Mostra temporanea
Italiano
Descrizione
Una ventina di opere, dipinti e disegni, anche di grandi dimensioni per l’antologica di Omar Galliani, a Clarisse Arte di Grosseto.
Orari di ingresso:
Da lunedì 12 a sabato 17 novembre: da lunedì a venerdì 10 – 12.30, venerdì e sabato anche 18 – 22
Da lunedì 19 a sabato 24 novembre: da lunedì a venerdì 10 – 12, sabato 16 – 19
Da lunedì 26 novembre a sabato 1 dicembre: da lunedì al venerdi ore 10 – 12 e 16 –18, sabato 16 –19
Da lunedì 3 a venerdì 7 dicembre: da lunedì a venerdì 10 – 12.30, Sabato 8 dicembre chiuso
Scrive Omar Galliani: “Le mie Teofanie alloggiano ovunque, sui volti eterei o sognanti di angeli sospesi tra terra e cielo in attesa di essere riconosciuti, o sui volti non meno velati, distanti o vicini del Salvatore. Volti tolti dall’oblio del presente e restituiti nell’idealità del trascendente. Anche l’opera disegnata, scolpita, fotografata o dipinta è nel suo manifestarsi “teofania” in quanto manifestazione del sublime. Sublimazione della materia incongrua che prende corpo, forma… anima mundi”.
I volti di Galliani sono abitati dal mistero. Nel nome dell’assoluto le misure delle sue opere diventano smisurate: i volti sono i più grandi mai realizzati. Un processo che Galliani trae dalla tecnica fotografica e fa proprio perché la percezione possa andare oltre la visione retinica del nostro occhio ma anche di qualsiasi obiettivo, meccanico o digitalizzato che sia. Solo uno sguardo che non conosce limiti è capace di cogliere l’umano. Da qui la vocazione a un disegno infinito, o, come dice lui, “infinitissimo”. “Con Galliani – scrive Giovanni Gazzaneo, curatore della mostra – la bellezza riacquista spessore e dignità perché sa coniugare l’uomo di oggi e l’uomo di sempre. La vera svolta è nel tentativo, riuscito, di una poetica dell’unità, che sembrava irrimediabilmente perduta. Nel volto incarna lo spirito e spiritualizza la carne. Perché l’eterno abita il cielo e ciascuno di noi: è l’orizzonte dove estetica ed estasi coincidono, e la donna non è più la costola di Adamo, è Madre dei viventi, principio e vertice della nuova Creazione, bellezza assoluta. Così la bellezza sa inabissarsi nel profondo, abita le radici del nostro stesso essere: è l’immagine divina di cui siamo fatti. E le figure di Galliani sospese tra cielo e terra ci ricordano quel che siamo noi, riflettono, come in uno specchio, il nostro essere più intimo e vero. C’è chi ha sottolineato la sensualità dei corpi modellati da Galliani, una sensualità che non ha nulla di ostentato, e tantomeno di volgare. Ha piuttosto la grazia di un corpo innamorato, come sono corpi innamorati i giovani del Cantico dei Cantici, totalmente presi nella danza della ricerca l’uno dell’altra. Quel che proviamo è lo stupore di una bellezza donata. Una bellezza che non ti aspetti e che ti sorprende. Prima non c’era. O forse si annunciava come sogno. Di più: come speranza. Eccola che si fa volto, cuore, paesaggio. Avevamo fame e sete della bellezza che Omar Galliani ha saputo generare quando l’arte sembrava non volerne più sapere di lei: non la cercava, non la desiderava, anzi la ripudiava come qualcosa di irrimediabilmente passato, che solo la storia poteva custodire”.