Clarisse Grosseto
Fondazione Grosseto Cultura
Lista

I busti misteriosi di Faccendi

Mostra temporanea

Italiano

22/04/2022 05/06/2022

a cura di Mauro Papa

Tolomeo Faccendi, 
il mistero dei busti e la Sala 41

Polo culturale Le Clarisse

Inaugurazione venerdì 22 aprile ore 18.00
Ingresso gratuito

Biglietti

Gratuito

Per tutti

Orari di apertura

Giovedi: 10 - 1316 - 19

Venerdi: 10 - 1316 - 19

Sabato: 10 - 1316 - 19

Domenica: 10 - 1316 - 19

Descrizione

La mostra Tolomeo Faccendi, il mistero dei busti e la Sala 41 non è la solita mostra. E' una mostra diversa e imperfetta, perché non esibisce solo opere d'arte, ma chiede al pubblico di collaborare con gli organizzatori per risolvere un mistero: quello dei busti realizzati in epoca fascista dal noto scultore grossetano Tolomeo Faccendi (Grosseto 1905-1970). I busti in mostra, di proprietà del Comune di Grosseto, non hanno un nome e i personaggi rappresentati sono, per il momento, sconosciuti. Sono state fatte, in passato, delle ipotesi, ma non c'è nessun documento storico che le supporti.

 

Cerchiamo quindi di ricostruire ciò che sappiamo: all'interno della Scuola Regia Tecnica Industriale (oggi Istituto Professionale Luciano Bianciardi) in Piazza de Maria, su un piedistallo tuttora esistente, nel 1940 era stato collocato un busto bronzeo realizzato da Faccendi e raffigurante Costanzo Ciano (Livorno 1876 – Lucca 1939), padre del ministro fascista Galeazzo. Dopo la caduta del fascismo e la fine della guerra, nel 1947 venne richiesto allo stesso Faccendi di fondere l'opera dedicata a Ciano – insieme a un altro busto bronzeo che aveva realizzato nel 1934 e che raffigurava Mussolini – per riutilizzare il bronzo e riprodurre la copia esatta del busto di Ettore Socci (oggi nella piazza a lui dedicata) realizzato da Emilio Gallori nel 1907. Il busto di Gallori, collocato originariamente in Piazza Baccarini, era stato infatti a sua volta fuso nel quadro delle requisizioni di metalli per la costruzione di armamenti del 1942-1943.

 

Ecco, uno dei due busti che esponiamo in mostra, quello di bronzo – rappresentante un autorevole personaggio con distintivo fascista all'occhiello – fino a questo momento era identificato con il busto di Costanzo Ciano, ritenendo quindi che non fosse mai stato fuso e che potesse coincidere con questo esemplare molto ben conservato. Il notabile fascista riprodotto nel busto, però, non sembra avere la fisionomia di Costanzo Ciano, che non indossava occhiali e che aveva una mascella molto più prominente, tanto da meritare il soprannome popolare di “ganascia”. Inoltre, il busto è firmato e datato “Faccendi 1932”, mentre Costanzo Ciano è morto il 26 giugno del 1939. L'equivoco, probabilmente, è nato dal fatto che la data 1932, incisa sul bronzo, può anche essere letta 1939. Il mistero, quindi, resta: è di Costanzo Ciano il busto di bronzo in Clarisse? E se non è Costanzo Ciano, chi è questo notabile fascista con gli occhiali?

 

Poi, in mostra, c'è un altro busto, che non è di bronzo ma di gesso patinato. Anche in questo caso non è possibile, allo stato attuale delle ricerche, individuare la persona ritratta. Sul retro del busto è incisa la data, 1932, ma non conosciamo documenti d'archivio in grado di darci informazioni più accurate. Gli unici documenti degli anni Trenta che conosciamo e che possono esserci utili sono quelli che elencano le opere esposte nelle mostre sindacali di Grosseto. Ad esempio nel 1933, alla Prima mostra sindacale maremmana d'arte, Faccendi espose i ritratti, in gesso, del “Professor Pagliani”(forse il Pietro Pagliani pittore e insegnante di disegno che si trasferì in quegli anni da Modena a Grosseto) e del “Dottor Santini”, mentre nel 1934 espose il ritratto scultoreo del “Signor Liccioli”. Nelle successive mostre sindacali non espose altri ritratti, se facciamo eccezione per il citato busto bronzeo di Mussolini nel 1935 e per il busto in bronzo del “martire fascista Ivo Saletti”, acquistato dal Comune di Grosseto nel 1936 e di cui oggi si sono perdute le tracce. Di chi è quindi il busto di uomo in giacca e cravatta che esponiamo in mostra? Qualcuno, tra i lettori di Maremma Magazine o tra i visitatori della mostra, ha delle fotografie dei signori Pagliani, Santini o Liccioli, o può darci qualche informazione che può indirizzare la ricerca?

 

Il titolo della mostra, infine, evoca anche una Sala 41. Cosa è?
Quando venne inaugurato nella sede attuale, nel 1975, il Museo Archeologico del Comune di Grosseto presentava un nuovo ordinamento che includeva per la prima volta, accanto alle collezioni archeologiche, anche quelle del Museo d’Arte Sacra di proprietà della Diocesi. Alla fine del percorso espositivo il direttore Aldo Mazzolai aveva deciso di allestire una “Sala d’Arte Moderna” (Sala 41) dedicata ai maestri dell’arte maremmana della prima metà del XX secolo. 


Questa sala, smantellata nel 1991, ha rappresentato il primo tentativo di musealizzare opere d’arte moderna di proprietà comunale, individuandone il nucleo più antico nei dipinti di Pietro Aldi e Paride Pascucci, e nelle sculture di Tolomeo Faccendi, Paladino Orlandini e Vico Consorti. 
Nella Sala 41 erano esposte le sculture di Tolomeo Faccendi che oggi, per la prima volta dopo il 1991, sono di nuovo esposte al pubblico: Addolorata del 1942, L'infelice del 1953, Zingaro del 1952, Amos del 1938 e Cappuccino del 1943. 


Anche in questo caso il pubblico può essere utile, perché il Museo Archeologico non conserva alcuna immagine della vecchia Sala 41 e sarebbe prezioso avere una testimonianza fotografica dell'allestimento. Qualcuno tra i lettori, per caso, ha vecchie fotografie di quella sala?

 

EVENTI COLLATERALI:

12 MAGGIO ore 18, Clarisse: conferenza di Mauro Papa sulla scultrice Camille Claudel

20 MAGGIO ore 18 da Clarisse: visita guidata di Mauro Papa ai monumenti di Faccendi in città