Mostra temporanea
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Descrizione
CREATIVI DOCUMENTANO LE NUOVE IDENTITÀ
Dal 16 luglio al 4 agosto 2008, al Festival VIA CAVA di Roselle, il CEDAV presenta 5 mostre d'arte sul tema "Trasformazioni".
orari: tutti i giorni dalle 19 alle 1 di notte
Quest’anno, per la prima volta, il Festival Via Cava presenta una serie di mostre d’arte visiva ordinate su un unico tema – quello delle TrasformAzioni – e organizzate dal Centro di Documentazione per le Arti Visive del Comune di Grosseto.
Con “LA CITTA’ VISIBILE; Creativi documentano le nuove identità”, a cura di Mauro Papa e Claudia Gennari, verranno proposte cinque iniziative che documentano, attraverso l’analisi creativa e l’immaginazione degli artisti, le trasformazioni della città di Grosseto e della Maremma negli ultimi anni, con la consapevolezza che fotografie e dipinti possono colmare quella lacuna che nella esperienza collettiva esiste tra la oleografica rappresentazione di un territorio e la sua realtà, in continuo divenire, percepita quotidianamente.
- Dal 16 al 22 luglio: La città che cambia; FALSO MOVIMENTO? Di Federico Borselli e Luigi Zannetti (NONE), su progetto dell’ISGREC, in cui si propongono la visione e l’ascolto di videointerviste che mostrano residenti grossetani di qualsiasi età, provenienza geografica o estrazione sociale, disposti a parlare di sé e della propria collocazione identitaria.
- Dal 23 al 27 luglio: GROSSETO / LAND; Fotografie e quadri sulla Maremma e le sue trasformazioni dal 2000 al 2008, di Lapo Simeoni. INAUGURAZIONE: MERCOLEDÌ 23 LUGLIO ORE 21
- Dal 28 luglio al 1 agosto: CON – FUSIONI, fotografie di Marco Tisi che indagano in modo originale la percezione visiva delle “icone metropolitane”: segnali stradali, insegne commerciali, cartelloni pubblicitari, iscrizioni e manifesti. INAUGURAZIONE: LUNEDÌ 28 LUGLIO ORE 19
- Dal 2 al 4 agosto, in occasione del Festival delle Tradizioni Popolari: IL VAGABONDO DELLE STELLE, Disegni di Roberto Ferretti.
- Dal 5 al 7 agosto: URGENTI MOSSE, tradizioni e tradimenti; s-comunicati contemporanei di Maurizio Cont, che con i suoi appunti riflette sulla tradizione come elemento propulsivo di trasformazione, necessaria solo se instabile e feconda di continuo divenire.