Clarisse Grosseto
Fondazione Grosseto Cultura
Lista

#355 • Da Michelangelo - serie

Autore

Tano Festa

Data

1978

Tecnica

Acrilico su tela

Dimensioni

60x40 cm

Oggetto

Dipinto

Collocazione

CLARISSE

Descrizione dell'opera e iscrizioni

A partire dal 1963 Tano Festa ha prodotto senza interruzioni, per circa un ventennio, opere derivate “da Michelangelo”. Il riutilizzo pittorico della fotografia di un'opera d'arte celebre è spiegato con queste parole: “Quando ho fatto questi michelangeli – fra l'altro non ero mai andato a vedere la Cappella Sistina – erano cose profondamente legate a Roma, al tipo di immagine che si consuma qui. Se un americano dipinge la Coca Cola, come valore per me Michelangelo è la stessa cosa, nel senso che siamo in un paese dove invece di consumare cibi in scatola consumiamo la Gioconda sui cioccolatini”. Non c'era quindi alcuna predilezione estetica per le opere del maestro rinascimentale, ma solo la ricerca dello strumento più idoneo per attivare la memoria visiva: se guardiamo il dipinto della collezione Tarquini, tutti riconosciamo il volto raffigurato, e molti di noi sono anche in grado di immaginare il profilo dell'opera completa, attivando “quel genere di stimolante partecipazione che distingue l'esperienza artistica dalla distaccata accettazione di una informazione” (R.Arnheim, Arte e percezione visiva, 1962). Questi ragionamenti sulla “tensione ottica” interessavano molto Tano Festa. Inoltre, come sosteneva Pierre Restany, le opere Pop non imitavano la natura fisica, ma “quell'altra natura che è la tradizione culturale”. E forse anche la scelta di Michelangelo, così avverso a ogni mimesis della realtà fisica, non è casuale. Le prime opere della serie Da Michelangelo sono dedicate alla Creazione dell'uomo della Cappella Sistina, esposte anche alla Biennale di Venezia del 1964, poi Festa cambia soggetto e tecnica: dal 1965 sceglie un particolare del busto dell'Aurora (scolpita da Michelangelo per il sarcofago del duca Lorenzo de' Medici nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo a Firenze) e dall'applicazione diretta dell'immagine fotografica sul supporto passa alla trascrizione manuale attraverso il ricalco da carta velina o da proiezione di una diapositiva. La presenza di altri elementi compositivi (reticoli grafici, filigrane, riquadri etc) nella composizione deriva, secondo Duilio Morosini, dai motivi che “lo hanno colpito in occasione d'una visita ad una mostra della optical art americana” a New York, durante il suo primo soggiorno nel 1965. Influenza confermata da Fagiolo dell'Arco che parlava di “omaggio – oltraggio alla op-art”. Nel caso particolare del dipinto in oggetto, come in altri della stessa serie prodotti nel 1978, il motivo a scacchiera sembra un semplice riferimento ai cruciverba enigmistici, e per questo motivo Tarquini tramanda un titolo ufficioso del suo dipinto: “L'Enigma”. Acquistata da Telemarket, l'opera proviene dalla collezione Livio Collina. Nella donazione Sbrilli sono comprese altre tre opere realizzate da Tano Festa negli anni ottanta.

Biografia dell'artista e bibliografia

Tano (Gaetano) Festa ( Roma 1938 – 1988) frequenta l'Istituto d'arte di Roma e si diploma in fotografia nel 1957, formandosi sull'esempio di Cy Twombly e della pittura gestuale e informale. Nel 1959, insieme al fratello Francesco Lo Savio, a Franco Angeli, Mario Schifano e Giuseppe Uncini, partecipa a una mostra collettiva curata da Pierre Restany (fautore del Nouvaeu Réalisme) presso la galleria La Salita di Roma dove, due anni dopo, terrà la sua prima esposizione personale. Da questo momento diventa protagonista, con Mario Schifano e Franco Angeli, della scuola pop romana e accoglie le soluzioni formali del New Dada, proponendo oggetti di uso quotidiano – soprattutto “soglie” dall'alto valore simbolico – che ridipinge come monocromi. Famose sono le persiane (esposte anche alla Biennale di Venezia del 1964), gli specchi e le finestre. Dal 1963 matura la sua serie Da Michelangelo e nel 1965 viene invitato a partecipare alla Quadriennale di Roma. Negli anni settanta inizia il declino, segnato dall'opposizione al sistema dell'arte (“Voi sotto il mio letto/ parlate di affari/ organizzate party o partouze/ io sopra il mio letto dormo/ e mai sogno di voi,/ di voi borghesi”, 1974) e dall'abuso di droghe e farmaci. Dopo un difficile periodo di scarsa creatività e deludente riconoscimento da parte della critica, con una nuova produzione figurativa di soggetti fantastici e delicati è invitato alle Biennali di Venezia del 1978, 1980 e del 1984. Negli ultimi anni della sua esistenza produce la serie Coriandoli (acrilico e coriandoli su tela), ciclo in cui il gesto si trasforma in pura poesia di astrazione. Muore solo e in povertà nel 1988 a Roma, dopo una lunga malattia vissuta nelle strade dei quartieri popolari. Nel 2013, tre sue opere aprono a sorpresa il Padiglione del Vaticano alla Biennale di Venezia.

Proprietà

Comune di Grosseto

Stato di Conservazione

Buono