Autore
Mino Maccari
Data
1980 ca.
Tecnica
Olio su tela
Dimensioni
35x45 cm
Oggetto
Dipinto
Collocazione
CLARISSE
Descrizione dell'opera e iscrizioni
In quest'opera, come in gran parte della sua produzione, Maccari descrive con ironia e sarcasmo l'umanità caricaturale e grottesca che lo circonda. Le deformazioni dell’espressionismo e le semplificazioni dell'immaginazione popolare conferiscono una cruda incisività al segno, duro e spigoloso, che galleggia in una melma cromatica vischiosa e omologante. Il significato simbolico è evidente e riconducibile alla critica beffarda dei ceti dirigenti e degli uomini d’affari italiani che, sotto la maschera di una presunta rispettabilità borghese, esprimono tutta la loro volgarità nelle effimere ed episodiche relazioni lubriche con giovani donne avvenenti, seminude e disponibili alle “confidenze”. Confidenze che si succedono nelle opere di Maccari, come tema iconografico, dagli anni sessanta in uno stile che non cambia perché l'impudenza e il malaffare non cambiano, a prescindere dal potente/prepotente di turno. Imprevedibile, eccessivo, contestatore, ribelle, Maccari è stato un disegnatore satirico, pittore, giornalista, editore che ha esercitato tutte queste attività in modo libero, anticonvenzionale e soprattutto difficilmente inquadrabile in una prospettiva culturale definita e sommaria. Per questo è interessante citare l'occasione in cui, a Grosseto, gli è stata dedicata una particolare attenzione: nel 1998 la nuova ed inedita giunta comunale di centro destra, presieduta dal sindaco Antichi e appena insediata, gli dedicò un grande evento espositivo (Museo Archeologico di Grosseto, 6 luglio – 15 settembre). La mostra, curata dalla Galleria Pananti di Firenze, in collaborazione con l’Archivio Maccari di Forte dei Marmi e con i figli dell’artista Marco e Brunetta Maccari, si inserì in un clima culturale ideologicamente ben definito, quello del recupero identitario del “carattere e della vocazione toscani” e della riproposizione strapaesana della “mitologia di questa nostra terra, in cui si identificano tutti gli spiriti amanti della libertà”. All'epoca, Tarquini aveva già comprato questo dipinto e forse anche lui avrà sorriso di questo concetto di libertà strumentalmente malcompreso. L'anno successivo alla mostra grossetana, l'opera è stata inserita nel catalogo generale delle opere dell'artista.
Biografia dell'artista e bibliografia
Mino Maccari (Siena 1898 – Roma 1989) si laurea in giurisprudenza e nel 1924 inizia a collaborare con la rivista “Il Selvaggio”, che dirige dal 1926 trasferendone la redazione da Firenze, a Siena, a Torino e a Roma. Le firme presenti ne “il Selvaggio” sono di prestigio assoluto: Mario Tobino, Renato Guttuso, Carlo Carrà, Vitaliano Brancati, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, Giorgio Morandi. Nella rivista, dichiaratamente fascista perché “intransigente, spavalda, rivoluzionaria, antiborghese e strapaesana”, pubblica le sue incisioni caricaturali e satiriche. Fino agli anni Trenta, la partecipazione di Maccari alle esposizioni d'arte non è molto frequente. Nel 1938 tiene una mostra personale alla XXI Biennale di Venezia ed espone alla Galleria L'Arcobaleno di Venezia, presentato da Roberto Longhi. Nel 1948 ottiene il Premio internazionale dell'incisione alla Biennale veneziana. Moltissime le mostre, i premi, i riconoscimenti della sua successiva attività artistica, tra cui sono da ricordare varie partecipazioni alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma, le esposizioni a San Paolo del Brasile e alla Gallery 63 di New York. Maccari illustra libri (nel 1951 esegue le celebri tavole per Bestie del ‘900 di Aldo Palazzeschi), collabora con testate giornalistiche (è caporedattore a “La Stampa”, sotto la direzione di Curzio Malaparte, collabora con “Quadrivio”, “Italia Letteraria”, “L’Italiano” e “Omnibus” di Leo Longanesi), è scenografo e costumista (indimenticato l’allestimento per Il Turco in Italia di Gioacchino Rossini al Teatro Eliseo di Roma, nel 1950). Espone alla Galleria Contemporarte di Grosseto nel 1973 e nel 1974. Muore nel 1989 nella sua casa romana, accanto alla moglie e ai figli.
Proprietà
Comune di Grosseto
Stato di Conservazione
Buono