Clarisse Grosseto
Fondazione Grosseto Cultura
Lista

Tre lune e sei aquiloni

Autore

Gastone Novelli

Data

1966

Tecnica

acquatinta e rilievografia

Dimensioni

65x50

Oggetto

stampa

Collocazione

Clarisse

Descrizione dell'opera e iscrizioni

Dal 1966 l'aquilone, nei disegni di Novelli, testimonia un processo di azzeramento linguistico che trasforma una scacchiera grafica – nelle cui caselle sono collocati segni e simboli – in un quadrato che gira su sé stesso; la velocità impressa al quadrato dal moto spiraliforme annulla forme e colori producendo, all'interno, la risultante della loro somma, cioè il bianco. Ai segni azzerati, si unisce la dissoluzione della parola. A conferma dello stretto legame tra scrittura e arte figurativa che caratterizza tutta la sua opera, e che portò Gastone Novelli a una personale e originale rielaborazione – “scrivere la pittura, disegnare il linguaggio” – dei moduli espressivi della coeva poesia visiva, si può notare, in questa stampa autenticata dall'Archivio Novelli, come il titolo sia diventato puro segno grafico, inciso nella parte figurativa e scritto al rovescio. Stampata in soli 45 esemplari su carta Rosaspina Fabriano in bianco e nero, questa preziosa calcografia in rilievo, commissionata nel 1966 dalla gallerista di Friburgo Johanna Schiessel, fu realizzata nella stamperia romana di Renzo Romero. Questa paternità le dà ancora più valore: Romero, dai primi anni sessanta, decise di creare un laboratorio di grafica al servizio dell'arte astratta. Per assolvere a questo compito, che considerava la stampa d'arte al pari di un dipinto, sperimentò incessantemente nuove tecniche e abbandonò la litografia (“troppo piatta”) per la calcografia. Comprato un torchio a mano, Romero esigeva che l’artista lavorasse direttamente le lastre e non accettava di riprodurre disegni o gouaches già realizzate. Per questo motivo rifiutò di stampare con Alberto Burri che aveva manifestato il desiderio di mandargli alcuni disegni per farli riprodurre su lastra. Romero diventò celebre anche per altri clamorosi rifiuti: invitato a partecipare alla Biennale di Venezia del 1968, nella sezione dedicata alla grafica, declinò l’invito per protesta e nello stesso periodo rinunciò a stampare con Renato Guttuso, di cui non condivideva né il gusto né lo stile. Con Gastone Novelli, invece, l'intesa fu immediata. Prima di Romero, Novelli aveva già provato metodi calcografici, ma privi delle sperimentazioni visibili nella rilievografia di Tre lune e sei aquiloni. Con Romero, invece, la creazione di opere di grafica fu varia e particolare, a partire da alcune edizioni di libri d’arte: Das bad der Diana (Abstracta Verlag, Friburgo 1964); Viaggio in Grecia, 1966 (45 esemplari); Mais si vous vuolez pourrir en paix, libro con 8 incisioni originali (1968); Una ragione privata (1968). L’attività grafica con Romero spaziò lontano e alimentò la fervida fantasia dell’artista, che si dilettava a descrivere, appuntare ed annotare pensieri e simboli di quell'universo di segni che costituiva un “linguaggio magico e non accademico” teso a “tracciare, incidere (come gli etruschi il campo) il paesaggio dell'uomo e la foresta delle parole”.

Biografia dell'artista e bibliografia

Gastone Novelli (Vienna 1925 - Milano 1968) a 18 anni viene imprigionato a Roma, torturato e condannato a morte per aver preso parte alla Resistenza. Liberato dalle truppe alleate, si stabilisce a Firenze e si laurea in Scienze politiche. Dal 1950 si stabilisce a San Paolo, in Brasile, per quattro anni e poi ritorna a Roma dove conosce Achille Perilli e Corrado Cagli. Dopo esperienze neocubiste ed espressioniste, si avvia verso un linguaggio astratto sensibile alla lezione di Kandinskij e Klee. Nel 1956-57 compie un viaggio a Parigi, dove conosce Tzara, Ray e Masson, e intensifica il rapporto con la fotografia, probabilmente grazie a Man Ray: in una serie di foto “a presa diretta” compaiono le prime scritte. Nel 1957 i suoi interessi si orientano verso una pittura gestuale che utilizza segni minimi, per trascrivere liberamente pensieri e impulsi interiori. Nel 1958 pubblica Scritto sul muro, un libro con ventisei tavole litografiche dedicate alle ventisei lettere dell’alfabeto. Usa segni, lettere, segmenti, crittografie, geroglifici e punteggiature, atomi linguistici, così come si trovano sulle pareti degli edifici degradati che portano le tracce del trascorrere del tempo e della storia. “Il pescare un’immagine scavando in sé stessi o nella vita diventa sempre più difficile – scrive Novelli – è come volere scrivere qualcosa con un alfabeto da inventare. E la materia diventa arida, i segni duri e spezzati delle scritte, delle screpolature, dei graffi escludono ogni possibilità di compiacimento per non concedersi l’illusione del noto o del saputo”. Nel 1962 pubblica un piccolo volumetto intitolato Antologia del possibile che contiene, insieme agli scritti di Sanguineti, Pagliarani, Giuliani e Paz, anche opere di Vedova, Consagra, Dorazio, Perilli, Twombly e Arnaldo Pomodoro. Nel 1963 acquista a Saturnia un terreno dove costruisce una casa che diviene luogo di incontro di amici scrittori e artisti, fra cui Pietro Consagra, Alfredo Giuliani, Giorgio Manganelli, Gianni Novak, Elio Pagliarani, Toti Scialoja e Giulio Turcato. Alla fine dell’anno partecipa alla Biennale di San Paolo nella sezione italiana organizzata dalla Biennale di Venezia. Questa mostra apre le porte alla sua prima partecipazione alla Biennale veneziana, nel 1964, con una sala personale. E’ la Biennale in cui trionfa l’arte americana e durante la quale incontra Robert Rauschenberg, con il quale condivide la lezione di “recuperare dalla memoria frammenti di cose perdute”. Al 1966 risalgono le sue prime opere di matrice politica, in sintonia con il clima della contestazione. L’anno successivo è invitato a esporre, con una sala personale, alla Biennale di Venezia del 1968. Il giorno dell’inaugurazione decide, come molti altri artisti, di chiudere la sala e voltare tutte le opere verso il muro in segno di protesta contro la presenza della polizia ai Giardini. Scrive sul retro di una tela “La Biennale è fascista”. Poco dopo si trasferisce a Milano nello studio di via Orti e inizia a insegnare a Brera. Ai primi di dicembre del 1968 è ricoverato per un’operazione e muore in seguito a un collasso, pochi giorni prima di Natale.

Proprietà

Collezione Mauro Papa, in deposito

Stato di Conservazione

buona