Clarisse Grosseto
Fondazione Grosseto Cultura
Lista

#357 • Nudo sul balcone

Autore

Renato Guttuso

Data

1984

Tecnica

Guache su carta applicata a tela

Dimensioni

70x50 cm

Oggetto

Disegno

Collocazione

CLARISSE

Descrizione dell'opera e iscrizioni

“Bisogna guardare al pubblico prima di tutto: noi possiamo affermare che il pubblico è ostile all’arte non figurativa. Il sacco rattoppato fa sghignazzare e così le ferraglie presentate come scultura.” Così, nel 1972, si esprimeva Guttuso, consapevole del potere di suggestione implicito nella pittura erotica, capace di affascinare il pubblico ed emanciparlo dalle pudiche convenzioni piccolo borghesi dell'epoca. I primi nudi femminili Guttuso li aveva dipinti negli anni Trenta e con le Ragazze di Palermo, ispirato a Les demoiselles d’Avignon di Picasso, aveva inaugurato il tema ricorrente del Gineceo. Con la stagione dell'impegno realista il nudo era invece scomparso dalla produzione di Guttuso, per essere recuperato alla fine degli anni cinquanta, quando la figura femminile diventò dominante in una pittura che ripiegava verso dimensioni più intime e private. Marta Marzotto, bionda musa ispiratrice, diventò così la modella prediletta per i nudi prosperosi che affollarono le tele degli anni sessanta e settanta: donne allo specchio, mollemente sdraiate a terra o su letti disfatti, di schiena, intente nelle faccende domestiche o dedite all'amore nei bordelli. Invece i nudi di donna degli anni ottanta parteciparono dell’allegoria visionaria che, in quegli anni, emergeva nelle altre composizioni di Guttuso, nei grandi formati come nelle nature morte. Il corpo femminile, oggetto di tante sue composizioni partecipate, sensuali, a volte brutali – “corpi lordi e prensili” li chiamava Moravia – non trasmetteva più l’erotismo dell’artista, ma era diventato la metafora dell’erotismo, più guardato che vissuto, sospeso in una atmosfera che comunicava qualcosa di tragico. Così, anche il Nudo sul balcone della collezione Tarquini evoca un senso di enigmatica allegoria. Una donna, appoggiata a una balaustra in una calda notte estiva, si volta verso l'oscurità, dalla quale emerge il profilo di una misteriosa figura di spalle. “Col tempo mi sono accorto che c’è tutta una parte che non può essere ‘coperta’ dalla pura visione della realtà come essa si presenta e mi sono reso conto che io stesso, nel mio lavoro, con la mia intenzione ‘realista’, avevo sempre adombrato, senza accorgermene, un elemento misterioso che sfuggiva alla cronaca, all’osservazione” (intervista del 1982).

Biografia dell'artista e bibliografia

Renato Guttuso (Bagheria 1911 – Roma 1987) compie gli studi classici a Palermo. Nel 1931 si trasferisce nella capitale dove espone alla I Quadriennale ed entra in contatto con i pittori della scuola romana, dai quali assorbe i primi elementi di uno stile espressionista anti-Novecento. Tra il 1940 e il 1942 partecipa al movimento milanese di Corrente: l'impegno antifascista matura in una serie di opere di grandi dimensioni, a partire da Esecuzione in campagna del 1938-39, dedicata a Federico Garcia Lorca, Fuga dall'Etna del 1940 e Crocifissione del 1941. Nel dopoguerra è coinvolto nel “Fronte nuovo delle arti” con opere di rottura, di forte influsso postcubista. Quando nel 1948 il Fronte si scioglie, Guttuso è tra gli animatori del movimento realista, politicamente impegnato a fianco del PCI e polemicamente in lotta con le tendenze "formaliste" dell'arte astratta. Alla crisi del movimento realista reagisce, a partire dal 1955, accogliendo nuove suggestioni poetiche e formali nel suo personale “realismo esistenziale”. Dal 1969 vive stabilmente a Roma, nella famosa via Margutta, con la sua compagna Marta Marzotto. E' il “periodo intimo” dell'artista che, pur iniziando una serie di quadri prettamente autobiografici, continua a dipingere grandi affreschi di eventi contemporanei, come i Funerali di Togliatti del 1972. Nominato senatore della Repubblica nel 1976, muore a Roma nel 1987 lasciando alla sua città natale molte opere che sono raccolte nel museo di Villa Cattolica a Bagheria.

Proprietà

Comune di Grosseto

Stato di Conservazione

Buono