Autore
Giuliano Mauri
Data
1995
Tecnica
Legno e arbusti
Dimensioni
50x50x50
Oggetto
Modello per installazione
Collocazione
Polo Le Clarisse
Descrizione dell'opera e iscrizioni
Quello esposto in Clarisse è un modello dell'installazione d'arte ambientale – effimera e tipica della tendenza “Art in Nature” – realizzata da Giuliano Mauri nel luglio del 1995 sul Monte Amiata, per il festival “Toscana delle culture”, laboratorio internazionale di teatro, musica e arti visive diretto da Giorgio Zorcù. Lo stesso Giorgio Zorcù ci racconta quell'esperienza: Insieme al colombiano Enrique Vargas, star di quella edizione, e alla “Conferenza di un danzatore ambulante” di Virgilio Sieni, arrivò Bustric, Billy Cobham con oltre tre ore di concerto, Marco Paolini e il suo “Racconto del Vajont”, uno scatenato Virgilio Sieni che coreografava Eschilo, Pippo Delbono e Pepe Robledo che portavano “La rabbia”. Con loro, un nuovo progetto di arti visive nel paesaggio, con cui intendevo ridare senso e vita alla sezione arti visive del festival. Invitai Giuliano Mauri, l’artista italiano più rappresentativo della tendenza d'arte ambientale “Arte nella Natura”, conosciuto ai tempi del festival di Santarcangelo quando realizzò allestimenti fantastici sul greto del fiume Marecchia per un’opera del Teatro Valdoca. Lo scoprii cultore e amante della storia di David Lazzaretti, e in suo onore si offrì di stare con noi dieci giorni e costruire al Parco Faunistico, con legni e arbusti, una nuova piccola Torre di David, con vista prospettica sull’originale, che chiamò “Camera vegetale di decompressione”. Anche Giuliano Mauri, nel volume Electa a lui dedicato nel 2003, scrive (p.31): Nel 1995 vengo invitato ad Arcidosso, sul monte Amiata, in provincia di Grosseto, in occasione di una manifestazione dedicata all'evocazione della figura di David Lazzaretti. Nella seconda metà del XIX secolo egli aveva fondato una sorta di Repubblica, una comune a economia contadina, con sede in località Monte Labbro. Ho pensato di realizzare una costruzione lignea, un percorso elicoidale, questa volta non più costituito da terra seminata come avevo progettato per Toplitz, bensì semplicemente ingrassata: nel tempo avrebbe allevato piante generate da semi portati dal vento. Mauri tornerà in Maremma, chiamato da Philippe Daverio, nel 2002, per un'installazione a Capalbio - “Nidi”, concepita per uscire dalle finestre - realizzata in occasione dell'inaugurazione della Galleria Phoenix Etrusca, oggi denominata Il Frantoio.
Biografia dell'artista e bibliografia
Giuliano Mauri (Lodi 1938 – 2009) è noto per le installazioni ambientali, definite «architetture naturali», eseguite con rami e tronchi di legno: la sua opera si fonda sul presupposto – legato alla naturale caducità del materiale impiegato – che la natura riempirà i vuoti lasciati dal disfacimento del legno, dando luogo quindi a una sorta di dialogo con l'artista. Negli anni '80 si definisce “scultore dell'arte nella natura” e produce i primi Mulini a Vento, strutture inutili che agitano soltanto pale lignee, e poi le Scale del Paradiso e gli Altari vegetali. Nel 1991 comincia la serie dei Nidi. Una sua opera molto nota è la “Cattedrale vegetale”, costruita del 2001 nell'ambito di “Arte Sella” (ma il primo esemplare è del 1993, a Cotbus). La “Voliera per umani” del Parco di Monza risale al 2006; due anni più tardi furono portati a compimento l'Anfiteatro della val di Bisenzio a Cantagallo e il Ponte vegetale presso il Castello di Padernello. Mauri ha preso parte alla Biennale di Venezia nel 1976, invitato da Enrico Crispolti, alla Triennale di Milano nel 1992 e alla Biennale di Architettura a Chicago nel 1993.
Proprietà
Collezione Giorgio Zorcù, in Clarisse per deposito permanente
Stato di Conservazione
buono