Autore
William Xerra
Data
1995
Tecnica
Tecnica mista su carta
Dimensioni
100x120 cm
Oggetto
Tecnica mista
Collocazione
CLARISSE
Descrizione dell'opera e iscrizioni
L'opera si intitola “Vento. Dedicato a Luigi Pasotelli, 1994”. Pasotelli (Cremona 1926-1993) è stato un poeta italiano, considerato uno dei più significativi poeti sonori italiani. Si è scelto di esporla senza cornice per farla vibrare a ogni movimento d'aria. Dagli anni ottanta William Xerra costruisce le sue opere dislocando sulla superficie pittorica segni, scritture, testi e parvenze figurali. L’oggetto della sua ricerca diventa il frammento inteso come dettaglio e nucleo di senso. Per questo motivo, nell'opera Vento si accumulano oggetti reali come pezzi di pagine, palinsesti, immagini cosmogoniche, lacerti di miniature e labirinti, illustrazioni e collage di caratteri tipografici ritagliati e disposti in sequenze più o meno casuali, che vanno a integrare grafici e interventi manuali dell'artista come tracce dipinte e disegni. Un labirinto di stimoli visuali, una pellicola impressionata più volte da immagini testuali che, a prima vista, sembra priva di un senso unitario. Invece un senso, probabilmente, ordina questo caos apparente. Nel 1993 Xerra termina gli affreschi di Villa Piediprato, presso Ascoli Piceno. È un’occasione per considerare i particolari decorativi dell'architettura picena e studiare a fondo gli ornamenti e le griglie che suddividono in scomparti giustapposti i polittici di Crivelli. La riflessione sul tema dei margini, dei dettagli, delle decorazioni lo interessa sempre di più. Alla luce di questa esperienza l'opera Vento, con la sua divisione in campi verticali coronati da una cimasa di elementi triangolari, assume il valore spaziale e simbolico di un grande polittico antico. Al centro del polittico, al tradizionale posto di Cristo – “il verbo che s'è fatto carne” o la parola che si è resa concreta e visibile – campeggia la scritta “VENTO”. Nei disegni realizzati da Xerra tra il 1993 e il 1995 compare con insistenza la parola “vento”, nell'accezione di “vuoto del verbo” che le ha consegnato la poesia di Thomas Stearn Eliot, molto amata dall'artista e citata nei titoli di varie opere di quegli anni (ad esempio “Mossi dall’aria”, “La stanza racchiusa”, “Nelle nostre stanze vuote”). Ecco, quindi, cosa vuole suggerirci l'autore: nei polittici di Crivelli sono raffigurati santi impegnati in “sacre conversazioni”, definite così perché rappresentano colloqui muti ma densi di significati e parole non dette; secoli dopo, il polittico di Xerra è invece pieno di tutte le parole del mondo, sussurrate, dette e scritte, ma – come il vento di Eliot – è “vuoto del verbo”, e quindi vuoto di sacralità e di significato.
Biografia dell'artista e bibliografia
GR900 p. 172 / William Xerra (Firenze 1937), dopo essersi interessato a ricerche nell'ambito della pittura informale, dal 1967 approda alla “poesia visiva” grazie alla frequentazione di poeti e intellettuali del Gruppo 63. Dopo esperienze ambientali e concettuali, che lo hanno portato a collaborare anche con Pierre Restany, ha individuato nel frammento il motivo conduttore della sua poetica e lo strumento più adatto a significare i percorsi e le memorie dell’esperienza quotidiana. Ha organizzato mostre personali in tutto il mondo, e nel 1993 ha partecipato alla Biennale di Venezia e a quella di Chicago. Caratteristica è la sua operazione concettuale di nascondere parole e immagini con macchie di colore, per sovrapporre poi scritte dai segni vivaci. Ha partecipato alla mostra Celebrazioni (Celtracon, Grosseto 1995-1996) con una installazione intitolata Inondare i prati e volare.
Proprietà
Comune di Grosseto
Stato di Conservazione
Buono