Autore
Nanda Vigo
Data
1995
Tecnica
Matita e tempera su carta
Dimensioni
30x42 cm
Oggetto
Dipinto
Collocazione
CLARISSE
Descrizione dell'opera e iscrizioni
Per la mostra Celebrazioni (Celtracon, Grosseto 1995-1996), dedicata al “sogno del cavallo”, Nanda Vigo concepì una suggestiva installazione semibuia, percorsa da soffusi bagliori di luce, in cui piccole sculture di cavalli alati sorvolavano un ambiente intimo e raccolto, un “boudoir dove il sogno dello stallone matura e fermenta erotico tra poltrone e tendaggi” (Giorgio Celli). Di quel sogno al Comune di Grosseto rimane un bozzetto preparatorio, modulato in rilassanti tonalità pastello, che raffigura un unicorno alato mentre si dirige verso una sinuosa chaise longue trapuntata. Quest'opera è il simbolo di una svolta nel percorso espressivo di Nanda Vigo: inesauribile sperimentatrice, dagli anni novanta si dedica a un lavoro di reinterpretazione di rituali o segni legati alla memoria personale o collettiva – nel nostro caso i segni illusori di un'elegante camera di un'antica dimora frequentata da animali mitologici – finalizzati a condurre lo spirito verso i cammini della pienezza e della pace interiore. Questa svolta si avvale comunque di uno strumento tipico dell'opera dell'artista, il cronotopo, cioè lo spazio incerto e luminosamente ambiguo, difficilmente percepibile se non per impressioni parziali, che viene rivelato con modalità capaci di alterare la nozione del tempo e creare uno stato di benessere. Così, in Swift wind's dream il letto verde diventa il luogo della meditazione e del “viaggio” onirico, mentre la stanza in cui si trova potrebbe essere un'antica astronave illuminata da lampi di luce neon rosa e viola che, accarezzando i nostri meccanismi sensitivi, ci trasporta nella matrice dell'universo dove scompaiono spazio e tempo.
Biografia dell'artista e bibliografia
Nanda Vigo (Milano, 1936 - 2020), artista, architetto e designer, dopo la laurea all'Institut Polytechnique di Lausanne e un importante stage a San Francisco apre il proprio studio a Milano nel 1959. Da quel momento il tema essenziale della sua arte diventa la relazione tra luce, movimento e spazio, che la portano a realizzare i primi interventi ambientali cronotopici. Dal 1959 frequenta lo studio di Lucio Fontana e poi si avvicina agli artisti che avevano fondato la galleria Azimuth a Milano: Piero Manzoni ed Enrico Castellani. In quel periodo aderisce al Gruppo Zero – attivo in Germania, Olanda e Francia – con l'intento di “azzerare l'arte” e ripartire da una creatività libera basata su nuovi materiali (vetro, specchi, plexiglass, alluminio o acciaio), su nuove tecnologie (elettromeccanica, cinetica, elettromagnetismo) e sul coinvolgimento dello spettatore in un rapporto interattivo con l'opera. Nel 1959 inizia la progettazione della Zero House a Milano. Tra il 1964 e il 1966 partecipa a molte mostre Zero in Europa e nel 1965 cura la mostra Zero avantgarde nello studio di Lucio Fontana a Milano. Nel 1971 vince il New York Award for Industrial Design per le sue lampade con luci alogene e nel 1976 il Premio St. Gobain per il design del vetro. Nel 1980 e nel 1982 partecipa alla Biennale di Venezia e nel 1997 cura l’allestimento della mostra “Piero Manzoni - Milano et Mitologia” a Palazzo Reale a Milano. Nel 2014 ha esposto al Guggenheim Museum di New York nella retrospettiva dedicata a Zero.
Proprietà
Comune di Grosseto
Stato di Conservazione
Buono