Clarisse Grosseto
Fondazione Grosseto Cultura
Lista

#249 • Chambre no 13 de l’Hotel Carcassonne, rue Mouffetard, Paris

Autore

Daniel Spoerri

Data

1961-1995

Tecnica

offset poster

Dimensioni

78x170

Oggetto

stampa

Collocazione

Clarisse

Descrizione dell'opera e iscrizioni

Firmato in basso a sinistra (“Saluti ala Galleria comunale di arte contemporanea di Grosseto, 30.9.95, Daniel Spoerri 61-95”. Daniel Spoerri (Galati, Romania 1930) ha partecipato alla mostra Confronti (Grosseto, 1995-1996) con un “tablèau piege” (quadro trappola) del 1990: Rencontre. In quella occasione, ha deciso di donare al Comune di Grosseto – destinandola alla istituenda “Galleria comunale di arte contemporanea” – la versione 1995 di una stampa già pubblicata negli anni sessanta: Chambre no 13 de l’Hotel Carcassonne, rue Mouffetard, Paris, 1959-64. Il dono di una stampa assume un valore particolare, perché recupera ed esalta il principio della serialità che, in polemica con l'idea dell'unicità dell'opera d'arte, è stato uno degli elementi fondanti della ricerca espressiva di Spoerri, teorizzato nella rivista "Material" (1957/1959, una delle prime raccolte di poesia concreta ed ideogrammatica) e nelle edizioni M.A.T. (Moltiplicazione d'Arte Trasformabile del 1959/60). Il poster riproduce una delle opere più celebri di Spoerri, la Vue cubiste de ma chambre, che Spoerri descrive così: “La Vue cubiste fu scattata su mia richiesta da Vera Mertz. Volevo che la mia camera entrasse tutta in una foto, e per farlo furono necessarie 55 istantanee scattate dalla stessa posizione, vale a dire con una macchina fotografica montata su un cavalletto e fatta ruotare intorno al proprio asse ogni volta a cinque altezze diverse. Senza conoscere la storia dell'arte, avevo inventato di nuovo il Futurismo [anche se il titolo rimanda al cubismo, nda] che altro non era se non la rinuncia a quel punto di vista immobile che è la prospettiva. L'assemblaggio delle 55 istantanee, che avevo appeso nella stanza, è stato esposto poco dopo con l'aggiunta di un paio di pantofole nella mostra parigina Comparaison, ed è stato poi donato al Kunstmuseum di Solothurn”. La camera numero 13 dell’Hotel Carcassonne in rue Mouffetard a Parigi è il luogo dove Spoerri ha vissuto tra il 1959 e il 1964. La caleidoscopica opera Vue cubiste fu realizzata nel 1961 e l'anno successivo venne esposta, con l'aggiunta delle espadrillas blu dell'artista, nel “Salon Contemporain” di Parigi. Spoerri spiegò così l'aggiunta delle scarpe: “Questa fotografia viene considerata un quadro trappola, in fondo ogni fotografia è un quadro trappola”. Ma cos'è un “quadro trappola”? Lo spiegò Spoerri proprio nel 1961: “Incollo situazioni trovate, predisposte dal caso, in modo che tali rimangano; i miei quadri trappola devono suscitare disagio perché detesto l’immobilità; mi piace la contraddizione che consiste nel fissare oggetti, nel sottrarli alla loro costante mutazione; le contraddizioni mi sono care perché creano tensione: staticità, fissazione, morte dovrebbero provocare movimento, trasformazione e vita”. E i primi quadri trappola videro la luce proprio nella stanza dell'Hotel Carcassonne, luogo molto caro all'artista perché ha visto la nascita anche della Topografia aneddotica del caso, pubblicazione del 1962 che, come una possibile “archeologia del quotidiano”, includeva un dettagliato rilievo di tutto quello che si trovava sul tavolo della stanza (piatti, bottiglie, oggetti vari, briciole di pane e rifiuti) con un commento che riferiva la natura dell'oggetto, la sua provenienza e gli aneddoti biografici che aveva richiamato alla memoria dell'artista. Alla stanza dell'Hotel Carcassone Spoerri ha quindi dedicato negli anni più opere, tra cui una versione in bronzo tridimensionale e abitabile che si trova nel suo Giardino d'arte di Seggiano. A proposito dell'Hotel Carcassone, Arturo Schwarz nel 2010 ricordava: “Ho incontrato Daniel a Parigi nel 1960. Stava in un albergo d’infimo ordine – il Carcassonne, al 23 di rue Mouffetard – occupandovi una piccola camera (la n° 13, m.5x3x2,50) al quarto piano senza ascensore. Ricordo. In fondo ad un lungo corridoio buio, una porta di legno non proprio immacolata. Busso. Mi apre un Daniel Spoerri allampanato, i cappelli arruffati, gli occhi ironici, un sorriso forzato sulle labbra. Al primo colpo d’occhio pensavo di stare dormendo in piedi. Sfidando la legge di gravità, tutti gli oggetti che normalmente vediamo su un piano orizzontale erano incollati su vari supporti appesi, perpendicolari al muro. Dominava l’insolita presenza di una sedia con le quattro gambe contro la parete, sulla quale era fissata un’asse di legno con, attaccati sulla stessa: una bottiglia, una tazza di caffé, una forchetta, un coltello, un martello, un paio di forbici, una caffettiera, una casseruola, una cipolla, due pezzi di pane, qualche fiammifero spento, tre o quattro mozziconi di sigarette. Stavo guardando quanto sarà, più tardi, definito Quadro-trappola. Altre opere del genere occupavano totalmente i quattro muri della cameretta, restringendo ancora di più l’angusto spazio, tanto che Spoerri aveva già telefonato ai servizi municipali per buttar via tutto. La mia visita salvò dalla distruzione questi lavori, che ritengo appartenere ad una delle esperienze estetiche più vitali del dopoguerra. Nei primi anni Sessanta Spoerri scopriva così un elemento fondante della sua poetica: un oggetto contaminato da altri acquista una nuova valenza estetica e, più che l’oggetto in sé stesso, ciò che interessano sono i suoi rapporti con l’ambiente. Dall’esaltazione dell’oggetto giungiamo così alla sua negazione e al suo superamento su un piano che gli è estraneo, quello di una situazione di relazioni determinate dal Caso. I Quadri-trappola sono la materializzazione di questo concetto. In queste opere, come già accennato, Spoerri incolla, per fissarli definitivamente, gli oggetti disseminati casualmente o abbandonati su un piano. Non pago di avere così congelato una topografia casuale di vari oggetti, Spoerri la ripropone cambiandone l’angolo visivo di percezione: dopo avere fissato gli oggetti sul loro supporto questo, da orizzontale, diventa verticale e viene appeso al muro”.

Biografia dell'artista e bibliografia

Daniel Spoerri, nato nel 1930, deve la sua fama di artista soprattutto ai cosiddetti “Quadri-trappola” (“Fallenbildern“, realizzati a partire dagli anni ’60). La sua carriera iniziò come ballerino nella Berna degli anni ’50. In seguito si fece un nome come ristoratore (anni ’70) e come fondatore della Eat Art (vedi la Eat Art Gallery di Düsseldorf e i suoi numerosi banchetti). Negli anni ’90 ha realizzato un grande parco di sculture presso Seggiano (GR), che dal 1997 è diventato una fondazione. Nel anno 2009 è stato aperto il "Kunststaulager Spoerri" a Hadersdorf am Kamp (Austria). La lista delle sue mostre degli ultimi anni testimonia l’ininterrotta evoluzione dell’artista e il grande interesse che il lavoro di Daniel Spoerri continua a suscitare. Per ulteriori informazioni: www.spoerri.at

Proprietà

Comune di Grosseto

Stato di Conservazione

buona